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Massimo Franchini incontra Aldo Drudi

Dall’incontro nasce una collaborazione che si concretizza nel décor di Mia 63 presentato allo Yachting Festival di Cannes.

Aldo Drudi e il design della velocità su Franchini MIA 63

Un incontro combinato da un amico, una convergenza di idee, di creatività, di emozioni, di passioni. Massimo Franchini, progettista di Mia 63 incontra Aldo Drudi, il più famoso designer di caschi per i piloti del Motomondiale e non solo. Dall’incontro nasce una collaborazione che si concretizza nel décor di Mia 63 presentato allo Yachting Festival.

Aldo Drudi è uno dei designer sportivi più noti a livello internazionale, conosciuto soprattutto per i suoi lavori legati al mondo dei motori. Ha realizzato caschi per i più importanti piloti del Motomondiale creando un vero e proprio stile “drudi performance”, caratterizzato da grafiche molto colorate e vivaci. Ha iniziato a lavorare nel Motomondiale con Graziano Rossi, padre di Valentino, per cui disegnava caschi con gli acquerelli. Aldo Drudi ha vinto il premio Compasso d’Oro ADI, istituito nel 1954, considerato il più autorevole premio mondiale di design, ricevuto per la tuta Dainese T-Age Suit.

Aldo Drudi da 40 anni è specializzato nei colori e nel design del Motomondiale. Ha iniziato con Graziano Rossi, per poi collaborare con tutti i più forti piloti italiani, da Lucchinelli a Rolando, da Reggiani, a Cadalora, per poi essere sdoganato a livello internazionale da Kevin Schwantz, che è stato il primo pilota internazionale con cui ha lavorato. Da allora è stata una sequenza di rapporti con tutti i piloti più forti del Motomondiale, giapponesi, australiani, americani, europei. Poi c’è stata l’era di Michael Sydney Doohan, più volte campione del mondo, appena prima che iniziasse quella di Valentino Rossi, con cui ha collaborato a lungo, ma era già abbondantemente coinvolto nel Motomondiale. L’altro orizzonte è quello dei team. Ha lavorato con le maggiori case costruttrici, da Yamaha a Ducati, da Honda ad Aprilia, e di recente perfino per i caschi dei team New Zealand Emirates e Luna Rossa all’America’s Cup. Da qualche anno ha allargato l’attività ad altri settori, col passaporto del Motomondiale. Appassionato di moto ed ex regolarista, si diverte con la moto da enduro quando possibile, ma sta lavorando anche nel ciclismo, collaborando con la Gazzetta dello Sport per il Giro d’Italia. Sta disegnando le bici della Thok, E-bikes ad altissima tecnologia che vengono commercializzate anche col marchio Ducati. Prima di operare anche nella nautica ha collaborato con l’Aeronautica Militare per delle livree speciali delle Frecce Tricolori. Nella nautica invece tutto è iniziato con il progetto Anvera, i grandi Rib tecnologici. Il progetto è interamente suo per l’opera morta di tutti i modelli. Ai tempi in cui Norberto Ferretti e Luca Ferrari parteciparono ai Mondiali Offshore, disegno le livree dei loro scafi da corsa. Poi con Luca Ferrari non si sono più persi di vista e così è approdato in Anvera. Le parole di Aldo Drudi: “Ora è iniziata la collaborazione con il Cantiere Navale Franchini per la decorazione dello scafo di Mia 63. Io ho posseduto per tanti anni una barca di sette metri con cui abbiamo sciato con tutto quello che poteva scivolare sull’acqua. Io personalmente sono appassionato di monosci e ho insegnato lo sci acquatico a mezzo Motomondiale! Adesso sono diventato un vero diportista, con uno scafo di 46 piedi. Le vere passioni della mia vita sono tre. Una non la dico, le altre due sono il mare e i motori! Sono il prototipo del Romagnolo Felix! Conoscevo di nome Massimo Franchini, riccionese come me e conoscevo la storia di suo padre e del cantiere, da lui fondato sul porto di Riccione nel dopoguerra. Mi piaceva oltre misura Emozione 55, una barca di un’eleganza strepitosa. Un giorno grazie a Maurizio Evangelisti, comune amico e storico collaboratore di Massimo, ho avuto l’opportunità di conoscerlo. Visitando la sua nuova creatura sono rimasto colpito dall’armonia delle proporzioni, inusuali per la nautica. Mia 63 ha una carica emotiva forte e allo stesso tempo ha stile, è possente ed elegante. Queste considerazioni mi hanno affascinato e convinto a dare un mio contributo a quest’opera, che ne sottolineasse tutte le caratteristiche. La mia prima preoccupazione è stata quella di rispettare le linee su cui andavo ad agire, cercando di “aggiungere” il mio punto di vista senza snaturarne le linee, ma enfatizzandone la personalità. Per me è stato come disegnare su un foglio bianco. Inoltre avevo l’opportunità di lavorare in un contesto fluido e dinamico al tempo stesso, a pelo d’acqua, immerso nella natura Il mio intervento è volutamente provocatorio, anche su specifica richiesta di Massimo Franchini, che mi ha dato fiducia spingendomi ad esprimere tutto quello che la barca mi evocava. Ho cercato di realizzare una sorta di “viaggio nel tempo” che sintetizzasse graficamente, le atmosfere degli anni Sessanta su un oggetto estremamente dinamico, ma con proporzioni e accenni classici, La tecnologia e la forza delle linee di Massimo che dialogano con la fantasia e la gioia di vivere, che hanno caratterizzato gli anni del boom economico che, non va dimenticato, sono anche gli anni della nascita del design e del “Made in Italy”. Temi marini, fiori tropicali miscelati con colori freschi e texture riprese direttamente da immagini di tessuti rinascimentali che avevo visto alla Galleria degli Uffizi a Firenze. Il tutto ripreso da recenti lavori per il mondo dei motori”. Di lui hanno detto: è quello che colora la velocità. E la velocità è diventata il trait-d’union di questa operazione grafica in cui Aldo Drudi e Massimo Franchini sono diventati complementari per raggiungere un risultato creativo di originalità e di personalizzazione che rappresenta sì una provocazione, ma anche una enfatizzazione delle potenzialità espressive di Mia 63 e del team creativo del Cantiere Navale Franchini.